Gatto egiziano statuetta di 10.5 cm Bianco e rosso

Nell'antico Egitto, i gatti avevano un profondo significato simbolico e culturale. Erano venerati come creature sacre che rappresentavano protezione, fertilità e prosperità.
La loro capacità di cacciare roditori, serpenti e altri parassiti li rendeva alleati preziosi che proteggono il cibo e quindi l'abbondanza del popolo, mentre la loro natura enigmatica era legata alle forze del caos e del male.

Simbolismo del gatto nell'antico Egitto
- Protezione e difesa: I gatti erano visti come guardiani sia del mondo terreno che dell'aldilà. La loro abilità nel cacciare roditori proteggeva i granai, assicurando così la prosperità e prevenendo la fame. Erano anche considerati capaci di tenere lontane le forze del male, come il serpente Apophis.
- Fertilità e maternità: Il loro ruolo di protettori era anche legato a un simbolismo di fertilità e maternità. La dea Bastet, in particolare, era associata alla fertilità, alle nascite, alla sensualità e alla protezione della casa.
- Fortuna e spiritualità: I gatti erano considerati animali fortunati e spirituali. Vedere un gatto in sogno era di buon auspicio, preannunciando un grande raccolto, e la loro vicinanza ai campi era considerata un segnale di prosperità.
- Status divino e culto: I gatti erano animali sacri e venerati, tanto che far loro del male era considerato un sacrilegio punibile anche con la morte. Erano trattati come membri della famiglia, venivano mummificati dopo la morte e sepolti con tutti gli onori. Il culto di Bastet si esprimeva anche attraverso la costruzione di templi dove i gatti potevano vivere e interagire con i fedeli.
- Dignità e grazia: Oltre al loro ruolo pratico e spirituale, i gatti erano ammirati per la loro grazia, la loro eleganza e la loro compostezza. Erano considerati simboli di benevolenza e grazia.